Se stai pianificando un trekking lungo il tratto della via Francigena che passa per Monteriggioni (qui un video del trekking) o semplicemente hai voglia di visitare un luogo molto particolare allora fermati a dare un’occhiata al minuscolo e carinissimo borgo di Abbadia a Isola.
Puoi parcheggiare nel grande parcheggio a pochi metri dal borgo (qui) oppure proprio davanti le antiche mura (o qui ) dove vi è ancora un varco a ricordo dell’antica porta che chiudeva il borgo.
L’area pianeggiante che vedi davanti a te un tempo era una palude. Spuntava però, come un isola, solo un piccolo lembo di terra e proprio qui, nel 1001, decisero di costruire un’abbazia benedettina. Da qui il nome Abbadia a Isola.
Prima di entrare però, soffermati a vedere le tracce dell’antico fossato medievale che è ancora presente lungo questo tratto di mura e la torre di guardia sulla destra, parzialmente coperta dalla vegetazione.
Ora oltrepassa l’arco e ti ritrovi in una piazzetta su cui affaccia la famosa Abbazia, considerata uno degli edifici sacri romanici più importanti di tutta la Valdelsa.
E’ grazie alla contessa Ava, figlia del conte Zanobi e vedova d’Ildebrando Signore
di Staggia e di Val di Strove, che viene costruito l’edificio (che fu completato definitivamente nel 1173). Ti chiederai: perché proprio in mezzo ad una palude? Tranquillo, niente è lasciato al caso.
Era comune tra i signori donare del terreno per erigere un’ abbazia o un eremo, ecc. un po’ per passare per anime caritatevoli e un po’ perché quest’anima volevano assicurarsela ai “piani superiori”. Ma di certo, se potevano, evitavano di donare terreni fertili che gli garantivano una rendita ma bensì si liberavano volentieri di terreni inutilizzati come appunto quelli che richiedevano una bonifica e di questo, nessuno dei monaci se ne sarebbe potuto occupare meglio .
Ma non finisce qui. E’ vero che Ava, in questo modo, ripristina una zona inutilizzata e che facilitava il diffondersi della malaria, ma è anche vero che da qui passava la proficua Via Francigena.
Infatti, accanto all’abbazia vi era uno spedale (1050) e uno xenodochio (1102), ovvero un una sorta di ospizio gratuito per pellegrini e forestieri che potevano sostare e riposare qui prima di riprendere il loro lungo viaggio.
Tra questi un giorno (tra il 990 e il 994) si presenta l’arcivescovo di Canterbury Sigerico, di ritorno da Roma, dove aveva appena ricevuto l’investitura dal Papa Giovanni XV. Nel suo diario di viaggio però la chiama la submansio Burgenove, Sosta di Borgonuovo. Praticamente prendeva il nome da uno dei castelli della famiglia di Ava che sorgeva in questa zona. Questa, per Sigerico, era la sedicesima tappa lungo la via Francigena da Roma verso Canterbury.
Man mano che gli abati diventano i padroni assoluti dell’Abbazia e dei terreni circostanti, l’importanza del castello decade.
Questa abbazia era in un punto così strategico che se la contesero per lungo tempo le diocesi di Siena, Volterra e Fiesole. Solo nel XIV perde qualsiasi tipo di autonomia entrando definitivamente nel territorio della repubblica di Siena.
Ora che sai qualcosa della sua storia entriamo dentro.
Prima però fermati ad osservare la facciata tipicamente romanica con influssi lombardi e pisano-lucchesi. In particolare noterai che ci sono tracce di una porta più antica. Forse si riferisce alla presenza di un doppio portale (gemino, si dice) tipica delle chiese romaniche che ospitavano le reliquie, una sorta di entrata e uscita per i pellegrini che erano giunti li per contemplare le reliquie.
Infatti ancora non ti ho detto che l’abbazia è intitolata ai santi Salvatore e Cirino. Di quest ultimo si conservano le reliquie all’interno della chiesa in un’urna cineraria risalente al I sec. a.C. L’urna la trovi in fondo alla chiesa dove c’è l’absidiola destra.
Entrando, a destra, sulla parete della controfacciata, puoi vedere l’affresco staccato raffigurante la Madonna col Bambino, cherubini, angeli e santi, commissionato a Taddeo di Bartolo agli inizi del ‘400.
Lungo la stessa parete troverete la stampa di un’opera che prima era qui. Mi riferisco alla grande tavola con Madonna col Bambino e angeli, attribuita ad un anonimo artista senese di scuola duccesca che viene chiamato Maestro di Abbadia a Isola. Oggi è possibile ammirarla al Museo civico e d’arte sacra di Colle di Val d’Elsa.
Poi vale la pena ammirare il fonte battesimale istoriato di scuola senese risalente sempre al ‘400; mentre sulla parete sinistra è il cinquecentesco affresco con l’Assunzione della Vergine di Vincenzo Tamagni.
Mentre sull’altare maggiore la pala di Sano di Pietro del 1476 raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Benedetto, Cirino, Donato e Giustina.
Ma se sei su questo blog significa che ti piacciono anche i dettagli, vero? Bene!
Allora mentre cammini lungo le navate soffermati a guardare le decorazioni dei pilastri e delle colonne, dalla loro base fino al pulvino: decorazioni raffiguranti anelli, croci o fiori…mentre nella semicolonna a destra dell’altare, sono raffigurati due oranti, uno indossa una tunica mentre l’altro una toga e una pietra verde incastonata dell’occhio.
Mentre al centro della navata centrale si trova un intarsio colorato raffigurante una rosetta a sei petali. E’ probabile che sia una decorazione di un elemento architettonico della chiesa che ora non c’è più, come un pergamo o una transenna che divideva la zona dei fedeli da quella dei monaci.
Se dalla chiesa volevi passare al chiostro dovevi oltrepassare il portale che c’è sulla parete destra della chiesa, all’altezza dell’altare. Sul chiostro si affacciavano gli edifici del monastero come: la sacrestia, il refettorio, il dormitorio, il campanile… e come tutti i chiostri aveva un porticato, tutt’ora visibile, a due piani, le cui parti antiche risalgono al ‘200. Ora buona parte di questi spazi sono adibiti a museo con in mostra i reperti archeologici ritrovati nel territorio di Monteriggioni nel corso degli anni. Al momento però è chiuso.
Il campanile è di dimensioni maggiori del normale per questo si pensa che sia una torre difensiva riadattata a campanile. Alla torre si accedeva dall’antico portale architravato risalente al ‘200.
Anche se molto piccolo puoi trovare scorci interessanti nel borgo per le tue foto in compagnia di alcuni gatti 😉
Attraversata la strada principale puoi prendere un caffè al bar di fronte oppure, se hai le scarpe comode e voglia di camminare, puoi prendere il piccolo tratto di Francigena che porta al famoso e suggestivo castello di Monteriggioni.
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